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LE FAMIGLIE SONO STANCHE

Si è svolta a Roma, organizzata da Palazzo Chigi,  la III Conferenza Nazionale sulla Famiglia con gli interventi dei maggiori vertici del Governo

Le famiglie sono stanche

La legge n°296 del 27/12/2006, prevede che il governo ogni due anni convochi una Conferenza Nazionale sulla Famiglia per aggiornare e rinnovare il proprio sguardo sui sistemi familiari nel paese. Erano passati sette anni dall’ultimo appuntamento e per questo c’era grande aspettativa per l’evento. La terza Conferenza Nazionale sulla Famiglia si è svolta a Roma ospitata dal Comune nella sede prestigiosa della sala della protomoteca in Campidoglio con i più alti rappresentanti del Governo: il Presidente del Consiglio Gentiloni e la sottosegretaria Boschi; i ministri dell’Economia Padoan, del Lavoro Poletti e della Pubblica Istruzione Fedeli; c’erano la presidente della Camera Boldrini, il Presidente dell’INPS Boeri ed il Presidente dell’ISTAT Alleva e molte altre autorità ufficiali.

Vero interlocutore del governo e co-protagonista di questa Conferenza era il Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, rappresentante autentico del mondo e degli interessi e della vita delle famiglie italiane con le sue 47 associazioni nazionali confederate ed i 18 forum regionali e locali che rappresentano altre 564 associazioni.

La Presidente della Camera lancia l’allarme sulla denatalità e sulla precarietà del lavoro. In Italia, nel 2015, sono nati 485.780 bambini ed il tasso di natalità, per la prima volta sotto il mezzo milione, è il più basso in assoluto nel nostro paese, compresi i periodi di guerra. La denatalità è una vera emergenza, oggi. In Italia lavora meno del 50% delle donne e questo, dopo la Grecia è il dato più basso in Europa.

L’intervento del Presidente Gentiloni è apprezzatissimo da tutti: “Negli ultimi 10 anni la tenuta del nostro sistema paese è stata assicurata da alcuni pilastri fondamentali e tra questi certo dalle nostre famiglie”.”A mio avviso, la prima cosa che deve fare una conferenza nazionale sulla famiglia è dire grazie alla famiglia”. “Da gennaio – ha proseguito – il reddito di inclusione sarà uno strumento importante nella lotta alla povertà e nella prossima legge di bilancio puntiamo ad arricchirlo”. Dunque “La famiglia è il pilastro della Repubblica”, “È forte ma non invincibile” ma “Servono iniziative perché la famiglia non si indebolisca”.

Poi il Presidente dell’INPS, Tito Boeri ed il Presidente dell’ISTAT Giorgio Alleva con documentatissime relazioni sulle attualità dei problemi del mondo della famiglia. Denatalità e precarietà del lavoro per le famiglie sono comunque i temi che hanno percorso tutte le relazioni del convegno. Lo saranno anche nel pomeriggio, dedicato ai cinque gruppi di lavoro su temi specifici ai quali per un anno ha lavorato l’Osservatorio Nazionale, organo del Dipartimento per le Politiche della famiglia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Assai interessante il “saluto” dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano; è nuova e controcorrente l’affermazione secondo la quale “I bambini aiutano la famiglia”. Non solo i “nativi digitali” che aiutano i genitori ad addentrarsi nel mondo digitale; non solo i figli di famiglie straniere che aiutano i genitori nell’integrazione. I bambini aiutano la famiglia, soprattutto se in crisi, a mantenere l’equilibrio affettivo e l’armonia dei rapporti. E questo non è affatto poco ricordare questo.

“I figli non sono un costo ma un bene comune”, si afferma, eppure costa fare figli; l’arrivo di un primo figlio riduce di un terzo il reddito familiare prima della sua nascita.

I minori senza famiglia vengono a diciott’anni abbandonati alla società senza più alcun aiuto; è alle famiglie che si chiede di intervenire; ci sono poi 18.000 minori non accompagnati nel nostro paese. La legge 47/2017, in vigore da Aprile, disegna le misure per affrontare questa nuova vera emergenza cercando proprio tra le famiglie italiane “tutori volontari” .

Il secondo giorno riprendono gli interventi del governo ed inizia a delinearsi il quadro di una sostanziale, sottile, amara delusione. Il ministro dell’economia, Padoan, parla delle misure di contrasto alla povertà contenute nella prossima legge di bilancio. Ma il problema delle famiglie è molto più complesso della sola povertà. La ministra Fedeli propone al Forum l’argomento di proprio interesse: il rilancio del patto di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglie.

A conclusione dei lavori un bell’intervento del sottosegretario Elena Boschi basato su una buona analisi ma su, ahimè, tante promesse, sogni per il futuro, auspici sulla famiglia ma nessuna concreta certezza sull’impegno del Governo sulla grande risorsa della società che è la famiglia.

Sono intrise d’amarezza le parole del presidente del Forum Gianluigi De Palo: “«Siamo contenti di aver “costretto” il governo a parlare e a prendere posizione su un tema centrale come la famiglia.

La cosa strana che emerge è una sola: siamo tutti d’accordo. Tutti ritengono la famiglia una risorsa insostituibile per il Paese, tutti sono convinti che il problema del crollo della natalità non è più procastinabile, tutti sono convinti che vada trovata una riforma fiscale che metta al centro le famiglie. Anche il governo, a parole, lo ha più volte ripetuto in questi giorni.

«Tuttavia siamo profondamente rattristati dal fatto che c’è sempre qualcosa che viene prima della famiglia. I soldi si trovano sempre per salvare le banche, così come si sono trovati 10 miliardi per il bonus degli 80 euro elargito a prescindere dai carichi familiari, ma non si riesce mai a trovare le risorse per permettere agli italiani di vivere e non sopravvivere se mettono al mondo un figlio.

«Come possiamo credere a chi ci promette riforme strutturali nella prossima legislatura se non è in grado di dare un segnale già nella prossima legge di stabilità?

«Siamo arrivati a un punto di non ritorno» conclude De Palo «siamo il Paese con più migranti giovani in Europa, siamo il Paese dove fare un figlio è una delle prime cause di povertà… Le famiglie sono stanche di supplire alle mancanze dello Stato».

Roberto di Pietro

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