Famiglia, è un tempo di scelte coraggiose. In Veneto siamo passati dai 48.615 nuovi nati del 2008 ai soli 32.635 del 2020. Abbiamo perso un bambino su tre (-33%). In provincia di Verona, nello stesso periodo, siamo passati da 9.529 a 6.811 nuovi nati (-29%). Nel 2021 l’andamento dei nuovi nati ci suggerisce un ulteriore declino che ci potrebbe portare appena sopra ai 31mila nuovi nati.
«Un dramma per la sostenibilità e competitività, presente e futura, del nostro Paese e della nostra regione, dice Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Veneto, «senza figli non c’è futuro. Regione, sindaci, associazioni di categoria, sindacati e terzo settore devono porre la famiglia in cima alle priorità con proposte operative».
E non è l’unico allarme che si è sentito risuonare stamattina al Palazzo della Gran Guardia di Verona all’Assemblea regionale del Forum delle associazioni familiari intitolata “LA STRADA GIUSTA – Offrire un futuro sostenibile alle prossime generazioni”. Il primo a prendere la parola è stato il presidente del Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, Gigi De Palo, che ha subito indicato i punti cardine delle politiche famigliari di oggi. «Lavorare sulle politiche familiari è lavorare per il futuro. In Veneto il Forum sta collaborando egregiamente con le Amministrazioni locali supportando anche la creazione e la realizzazione della nuova Legge 20/2020 su Famiglia e Natalità», ha esordito de Palo. «A livello nazionale invece siamo alla vigilia dell’attivazione dell’Assegno Unico Universale: una delle riforme più importanti del nostro Paese degli ultimi anni. Chiediamo di non perdere l’occasione e di farne un capolavoro. Nessuno ci rimetta! Ma soprattutto tutte le famiglie e i bambini ci guadagnino». Oggi, ha ricordato il presidente nazionale del Forum, la seconda causa di povertà in Italia è la nascita di un figlio. «Dobbiamo colmare questo grave atto di ingiustizia verso i più piccoli e di miopia verso la sostenibilità del nostro sistema socioeconomico. Per la prima volta tutto il Parlamento si è schierato compattamente a favore di una misura per la famiglia: l’Assegno Unico. E allora facciamola bene, facciamola come una riforma epocale è da qui partiamo per fare tutte gli altri passi necessari per rilanciare le potenzialità che possono offrire le famiglie».
Per Raffaella Campagnolo, sindaco di Nove (VI) e consigliera Anci Veneto, intervenuta a nome del presidente Anci Veneto Mario Conte, «trovarsi per condividere un pensiero è il presupposto per agire in modo coordinato, forte, efficace. Agire oggi a sostegno delle famiglie, per dare loro la possibilità di accogliere nuove vite con tranquillità e speranza è un obiettivo essenziale. Garantire un futuro sostenibile ai nostri figli è l’altra azione imprescindibile per vivere la nostra responsabilità di adulti oggi. Come Anci Veneto esprimo un sentito grazie alle associazioni che quotidianamente e concretamente si spendono per questi traguardi».
Dopo gli interventi di Federico Sboarina, sindaco di Verona, dell’assessore alla Sanità e Servizi sociali della Regione Veneto, Manuela Lanzarin e di monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, è stata la volta di Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale nella facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano in un intervento sul tema “Crisi demografica: politiche per un Paese che ha smesso di crescere”. «L’Italia si è presentata all’appuntamento con la crisi sanitaria del 2020 come uno dei paesi in Europa con meno giovani», ha spiegato Rosina, «meno inseriti nel mondo del lavoro, con età più tardiva di conquista della piena autonomia economica, con maggior riduzione delle donne in età riproduttiva, con più alto rischi di povertà per le famiglie con figli, con più bassa fecondità in generale. Tutti aspetti sui quali l’impatto della crisi causata da Covid-19 ha prodotto un ulteriore peggioramento. Come evidenzio nel mio libro, per invertire in modo solido la tendenza delle nascite – che non si limiti ad un rimbalzo temporaneo dopo la pandemia – è necessario allineare con urgenza le politiche familiari italiane al meglio delle esperienze europee e con risorse adeguate. È l’ultima possibilità prima di condannare il paese per il resto del secolo a squilibri demografici crescenti e insostenibili dal punto di vista sia economico che sociale».
«Senza nuovi nati e senza riconoscere un ruolo strategico alla famiglia», ha concluso Adriano Bordignon, «il Veneto non sarà più come lo conosciamo. Chi garantirà la solidarietà intergenerazionale che sostiene le pensioni e le risorse per sostenere welfare e sanità pubblica. Se non saranno i giovani chi innerverà la capacità innovativa delle imprese e la competitività tecnologica del Paese? Serve un cambio di passo deciso e concreto. Oggi. Le famiglie sono qui oggi per ribadirlo e per mettersi a disposizioni delle forze migliori dei nostri territori. Chiediamo alla Regione Veneto, ai sindaci e amministratori locali, al mondo del lavoro e del terzo settore di creare una grande Alleanza per la Famiglia per mettere in campo “strumenti di futuro”».