“Ritengo urgente che si intraprendano reali politiche a sostegno delle famiglia, dalla quale peraltro dipende l’avvenire e lo sviluppo degli Stati. Senza di essa non si possono infatti costruire società in grado di affrontare le sfide del futuro”. Nel suo quinto discorso al Corpo diplomatico, il Papa ha dedicato “un pensiero speciale alla famiglia”, “nucleo naturale e fondamentale della società” che “ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato”, come è riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948. “È noto come, specialmente in Occidente, la famiglia sia ritenuta un istituto superato”, il grido d’allarme di Francesco: “Alla stabilità di un progetto definitivo, si preferiscono oggi legami fugaci. Ma non sta in piedi una casa costruita sulla sabbia di rapporti fragili e volubili. Occorre piuttosto la roccia, sulla quale ancorare fondamenta solide. E la roccia è proprio quella comunione di amore, fedele e indissolubile, che unisce l’uomo e la donna, una comunione che ha una bellezza austera e semplice, un carattere sacro e inviolabile e una funzione naturale nell’ordine sociale”. “Il disinteresse per le famiglie porta poi con sé un’altra conseguenza drammatica – e particolarmente attuale in alcune Regioni – che è il calo della natalità”, l’analisi del Papa, secondo il quale “si vive un vero inverno demografico”, che “è il segno di società che faticano ad affrontare le sfide del presente e che divengono dunque sempre più timorose dell’avvenire, finendo per chiudersi in se stesse”. “Non si può dimenticare la situazione di famiglie spezzate a causa della povertà, delle guerre e delle migrazioni”, l’altro appello di Francesco: “Abbiamo fin troppo spesso dinanzi ai nostri occhi il dramma di bambini che da soli varcano i confini che separano il sud dal nord del mondo, sovente vittime del traffico di esseri umani”.

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